Il mare dietro gli steli
Io, che ho il privilegio di abitare appena un piano al di sotto di lei, ne conosco la figura da tempo, la persona da poco, l'artista da pochissimo. Eppure mi è bastato un occhio per non giudicare ciò che va solamente guardato e, se possibile, visto e in qualche modo interpretato.
Si guarda subito la nostra mente - colta a soffermarsi per contemplare qualcosa di remoto ma icasticamente presente, sempre presente. Ci si stupisce delle sfumature molto ben indovinate, delle cromie passeggere e volitive, quasi materiche, ma in quanto nostre e non rappresentate da noi, ma da mano altra. Si ha anche l'impressione che "ci sia qualcosa dietro", che ci sia qualcosa di nascosto, eppure non impossibile da leggere. Si sospettano mille strade in un solo sguardo e non si sa se rimanere troppo o troppo poco fissi come il quadro alla parete.
Se, dunque, i richiami sono sempre tanti e i riferimenti molteplici, perché queste opere ci affascinano tanto? Me non lasciano indifferente, neppure la voce espansa di ogni paesello o borgo o cittadina in cui l'artista ha esposto. Se estro e fortuna bastano, il tempo non basta mai, ma tanto lavoro, posso testimoniare, corre dietro a questa donna dalla grande tenacia e dal sogno irremovibile, il sogno di esprimersi semplicemente libera.
Poi corre il mare dietro gli steli... e le volute di nebbia caleidoscopica a singhiozzi di donna in frammenti, in frammenti di donne. Alla molteplicità di un io scomposto ma "individuo" si consacra la sua specificità. C'è un che di terribilmente umano e moderno: c'è quel che c'è, ci siamo noi e in un modo che non ci dispiace affatto, anzi che ci piace senza indugio.
L'arte si vede, l'artista molto meno. Non importa la tecnica ma la personalità. Ci sono cose fatte bene e cose fatte male e un'opera d'arte, quando è tale, la si distingue sempre dalla "cornice"... proprio come si guarda, si annusa e si apprezza il fiore solo in cima allo stelo.
Corrado Aiello
28 agosto 2010